LEZIONE N°1: LE AUTO
Le auto del gàggio
sono:
- Anni '75/'79 = A112 Abarth con schermo
anteriore antisole verdone OLIOFIAT e fari Carello giganteschi
- Anni '80/85 = Fiat 127 sport con
paraspruzzi posteriore ed adesivo a scelta tra: Windsurfer, Team O'Neil,
Turbo iniection
- Anni '86/'90 = Escono in contemporanea
la Uno Turbo e la Renault Super5. Per il gaggio non c'è che l'imbarazzo
tra queste 2 bare ambulanti. La Uno Turbo si distingue rossa con cerchi
in lega e imbottitura per cintura Sparco. La Super5 si preferisce gialla
con cerchio in lega dorato e "gommoni slichy", come mi disse
un gommista di Pirri
- Anni '91/'95 = La Delta Integrale
diventa col tempo più abbordabile di prezzo, così come l'Alfa 75. La
Lancia va bianca con set di adesivi per farla sembrare da competizione,
l'Alfa, nella sua versione 75 Evoluzione sfoggia un alettone posteriore
degno di un caccia supersonico
- Ultimamente noto l'Opel Tigra come
auto papabile del gaggio del nuovo millennio.
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LEZIONE N°2: L'ABBIGLIAMENTO
Il gaggio per sua natura ha il senso del kitch portato allo stadio più
estremo.
Il gaggio e relativa
famiglia vanno al matrimonio del cugino ricco.
Lui: acconciatura modello"Albania oggi", ovvero capello meglio
se riccio lungo sul davanti con un accenno di riga in mezzo (enfatizzata
quest'ultima dagli adepti di Nino D'Angelo o Alan Sorrenti), smoking,
da lui immediatamente storpiato in "Scmocchi", strettissimo
se lui è sovrappeso, di 2 misure più grande se di corporatura esile. Il
suddetto smoking avrà però le seguenti caratteristiche: strettissimo di
spalle, impossibile da abbottonare perché mancante del bottone originale
che sua moglie ha sostituito con uno dorato clamorosamente fuori
misura per l'asola.
Il pantalone, che malgrado tutto lui porta rigidamente a vita bassa, è
corto, facendo notare il calzino che a scelta potrà essere: 1) il tubolare
corto con striscettine rossa e blu e racchette da tennis incrociate; 2)
calzino al polpaccio color crema con buco all'altezza del centro della
caviglia; 3) calzettone di lana fino al ginocchio che lui incurante dell'afrore
dei suoi piedi porta anche se è il 4 Agosto.
La scarpa è l'intramontabile mocassino da cerimonia, acquistato 15 anni
prima per la propria cresima, lucidissimo e con piccola fibbia dorata,
la cui doratura col tempo però è andata perdendosi, lasciando ora intravedere
il materiale plastico di cui in realtà fatta.
Il tutto corredato da un finto orologio d'oro comprato da un marocchino
il giorno prima che però lui si rende conto essere guasto al momento di
entrare in chiesa quando il padre del cugino ricco gli chiede che ora
sia, al quale lui risponde imperturbabile, "no du sciu, è scrittu
in americanu".
Lei: clamorosa permanente ultravoluminosa stile anni '70 che la parrucchiera
"Sammathah" le ha rifilato essere all'ultima moda a Paris e
che lei gongolandosi con le cognate"M'ha nau ch'e a s'urtima moda
a Parisi".
Tallieur ciclamino che lei, obesa, sfoggia con nonchalance "poitta
d'appu biu puru a sa televisioni" non rendendosi conto del fatto
che in quel momento c'era un servizio sulla prostituzione in Lombardia.
Calze a rete nere scarpa con tacco a spillo, anch'esse nere, lucide, con
uno dei due tacchi rotto e rifatto male, visibilmente più grosso dell'altro.
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LEZIONE N°3: IL FISICO DEL GAGGIO
Il gaggio in questione
non è più un ragazzetto; ha passato da un pezzo i trenta, anche se si
concia come un ragazzino (non riesce a smettere di impennare sul SI).
Capello: eternamente finto spettinato. Meglio se con gel (quello del Discount
che rimane untuoso).
Pelo sul petto: poco, ma lui ne va orgogliosissimo e lo espone generosamente
dalle scollature delle sue camicie.
Di colorito poco sano per via dell'alimentazione, ha una dentatura un
tantino sconnessa. Talvolta manca di uno degli incisivi, spesso dei molari,
sempre di uno spazzolino da denti.
Sulla pancia ci sono differenti scuole di pensiero: c'è chi se ne vergogna,
e la trattiene per tutta la giornata che passa alla 4° fermata; c'è chi
ne va orgoglioso e non fa altro che toccarla.
Tatuaggi: il gaggio ne possiede di 2 tipi :quelli fatti "candu femmu
pischillinu" ad ago, generalmente blu, tutti storti e con messaggi
incomprensibili, oppure fatti in epoca più recente, ma comunque entrambi
vistosi.
Orecchini: il gaggio vecchio stampo diceva che erano"po is pivellus",
quelli "moderni" ne hanno portati di tutte le fogge, dall'anellone
al pendente con foglia di marijuana.
Le mani: spesso il gaggio si mangia le unghie, ma quando non lo fa, sono
cazzi. E' tutto un fiorire di unghie lunghe, spessissimo la sinistra del
mignolo con la quale lui non esita in ogni circostanza a levarsi il cerume.
LEZIONE
N°3bis: IL FISICO DELLA GAGGIA
Così come lui ha il
culto del macho, lei ha quello della superdonna, pertanto deve apparire
alta, anche se in realtà raggiunge a stento il metro e quaranta: perciò
usa un tacco alto, altissimo, un trampolo.
Ricetta dello zatterone da competizione: si prenda un paio di scarpe di
foggia gaggia, le si innesti sopra un paio di zeppone da "chilo"
in gommapiuma-pressofusa-preparata 75-alleggerita al carbonio, che fanno
raggingere l'altezza di un metro e sessantatre.
Raggiante del risultato, la gaggia, che risulta tra l'altro un tantinello
obesa, incurante della pubblica decenza, sfodera un paio di pantacollant
neri che evidenziano le forme più che abbondanti del sedere. Inoltre top
trasparente bianco modello Madonna e reggiseno con imbottitura tripla
che fanno diventare la sua seconda scarsa una quarta abbondante.
Ma il meglio di sé lei lo riserva al make-up. Ecco alcuni esempi di accostamenti
di ombretti, rossetti e smalti.
ROSSETTO |
OMBRETTO |
SMALTO |
Rosso
fuoco |
Bianco |
Rosa |
Granata |
Fucsia |
Bianco |
Bluette |
Arancione |
Giallo |
Blu |
Verdino |
Rosso |
Verdone |
Rosso
fuoco |
Blu
di Prussia |
E che dire degli accessori?
Collanine con effigie di Bono degli U2 o Leonardo di Caprio; fintissima
bigiotteria falsa come una banconota da 3.000 Lire; borsettina Prada Made
in Naples; swatch con cinghietta rifatta ecc.
Ma il meglio che mi è capitato di vedere sono dei guantini bianchi in
pizzo. Non c'è niente da fare: "Noblesse oblige".
E che dire della "calata". Gli acuti, ovvero come spaccare i
tweeter di qualunque potenza: es.: OOOOHHH bambino grasso a tirare sabbia
a casinoooooo; oppure: c'eeeeeeee ma ll'lai vvisto a quello che bbonooo;
oppure con idiosincrasia verso la lettera E : es. cioà capata, una satuaziana
trappa tranqualla.
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LEZIONE N°4: GLI ACCESSORI DEL GAGGIO
Per il Gaggio vivere
senza accessori è come vivere senza apparire, cioè un controsenso. Andiamo
con ordine:
La macchina così com'è non può proprio stare, e quindi perchè rinunciare
al piacere di un pomello del cambio col teschio, o di un cerchio in lega
un po' appariscente, magari color oro, di una bella imbottitura per cintura
di sicurezza che fa tanto rally? Sì perche tutto in fondo verte su quello:
il gaggio vuole l'auto sportiva a tutti i costi, anche se ha una Regata
del'88 Diesel.
Breve lista degli accessori usati:
-
Adesivi di tutti
i generi, dal limite di velocità 300 al TURBO o i coniglietti
che si inchiappettano;
-
Pupazzi di ogni
foggia, meglio se si appedono sui vetri, ancor meglio se di colori
sgargianti;
-
Foderine: le più
trendy sono le leopardate. Notevoli quelle a sfondo nero con rilievi
"finto Recaro";
-
Per il vero proletario,
non può mancare il ventilatore;
-
Le già citate coperture
per cinture di sicurezza, rosse o gialle (ma perchè aquistarle se
poi tanto le cinture non si usano?);
-
I paraspruzzi per
ruote posteriori, meglio se retti da catenina;
-
Il cavetto di messa
a terra nero con immagine bianca raffigurante una folgore;
-
Gli intramontabili
antiturbo;
-
Il finale della
marmitta cromato;
-
Retronebbia collegati
allo stop;
-
Faro di stop applicato,
che dopo un po' si stacca;
-
Le tendine, nelle
sguenti sobrie fantasie: Marilin Monroe, Jim Morrison, Tigri, Aquile;
-
Fendinebbia anteriori,
applicati artificialmente, di misura spropositata;
-
Minigonne lungo
tutta la lunghezza della carrozzeria;
-
Corni, cornetti
e quant' altro pendente dal retrovisore;
-
Gomme ultraribassate,
fuori misura, sporgenti di un buon 20 cm.
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LEZIONE N°5: GLI ACCESSORI PER LO SCOOTER (Perchè la classe
non è acqua)
SI PIAGGIO: grata proteggi
faro anteriore e posteriore in plastica nera; marmitta tipo "Proma"
con terminale oro metallizzato. PREPARAZIONI: 65 Polini, 75 Polini e Pinasco,
90 Polini.
VESPA PIAGGIO: Kit per autoradio e casse nel cassetto anteriore; griglia
proteggi faro in tinta con la carrozzeria; portapacchi con annesso schienale
per il passeggero. PREPARAZIONI: 50, 75, 90 e 100 Polini; 75 e 90 Pinasco;
marmitte con rumoristica varia modello Harley.
FANTIC CALIFFONE: non necessitava di nessun accessorio.
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LEZIONE N°6: ACCESSORI PER L'IGIENE INTIMA
Unghia del dito anulare
(o mignolo N.d.R.) della mano sinistra lunga dai 2 ai 5 cm. per un'accurata
pulizia del padiglione auricolare.
Stuzzicadenti nel portafoglio per eliminare il tartaro e, più spesso,
i filamenti di grasso di prosciutto crudo.
Indice della mano destra adoperato per una corretta liberazione delle
narici da corpi estranei, da utilizzarsi prima di stringere la mano a
qualcuno.
Per problemi di aerofagia/spettacolo c'è il troddio con accendino da eseguirsi
solamente con i jeans.
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LEZIONE N°7: IL GAGGIO VA A S. GIOVANNI ROTONDO
Memore di un voto fatto
("Se non muoio cappottando con la 500 sporting") il nostro eroe
si piega ad accompagnare la mamma, la pivella e la suocera da Padre Pio,
in quel della Puglia. Ma a modo suo.
Partenza: Cagliari-Civitavecchia in seconda classe con motonave Tirrenia,
attrezzati di autovettura Fiat Uno Turbo rossa anno '89 completa di faretti
anteriori applicati, minigonne su tutta la lunghezza della scocca, antiturbo,
alettone posteriore, finalino di marmitta cromato, adesivo di coniglietti
che si inchiappettano, tendine parasole con raffigurato Jinmorriso'.
Accompagnate in cabina la donne, il nostro lupo di mare "va a prendersi
na boccata d'aria". In realtà si ubriaca pesantemente al bar di seconda,
cerca di abbordare due prostitute nigeriane col visto di espulsione ed
uno strano
alone viola e molesta due studentesse che vanno a studiare a Roma. Si
prende due violenti cartoni da un marinaio sardo; difatti credendolo napoletano
gli aveva detto: "Oh cunnemamarua dov'è il bagno?".
Soffre di mal di mare pur essendo una serata calmissima e vomita tutta
la cena dal ponte.
Alla fine, stravolto, torna in cabina e lì, russando come un bufalo, resta
fino alla mattina. Sbarcati, l'eroe carica l'auto e, fedele alla raccomandazione
data alla mamma e alle preghiere della ragazza, è costretto ad andare
a 90 km/h ed a mettere in successione tutta la discografia di Masini,
Nek, Biagio Antonacci ed Ivana Spagna nello stereo da 400 watt al minimo
volume.
Nel tragitto, malgrado guidi, lui ha delle visioni:
* si trova a cavallo di un'Harley nel deserto del Nevada con Kim Basinger
seminuda che lo abbraccia dicendogli "Mi faisi morri" e gli tocca
i genitali;
* è dentro una limousine gigantesca con Demi Moore vestita come in Streptease
che gli fa bere lo Champagne dal seno;
* è al gran premio d'Italia di F1 e fa la pole staccando tutti di 3 secondi.
Finalmente dopo sette ore arriva, completamente sudato ed in stato di
trance, al santuario. Accompagnate le donne a "le sante vecchierelle"
si ferma nella modesta hall dell'alberghetto, molestando 3 novizie di
colore prese per mignotte e svuotando il frigo, in verità fornito soltanto
di Don Bairo ed Elisir dei Frati, ma tant'è.
E così alla fine, nuovamente in condizioni pietose, sfoderata dal collo
la sciarpa del Cagliari, irrompe nel Santuario credendolo, in una nuova
mistica visione, San Siro, urlando a squarciagola:
* succhia-la-succhia-la-succhia la banana milanista figlio di puttana;
* la gente vuol sapere-chi noi siamo-e noi glielo diciamo;
* è arrivato Weah-è arrivato Weah-e Baresi è di nuovo papà.
Il tutto condito di gestacci pernacchie e quant'altro.
Quindi malmena una crocerossina al grido di "non avremo-pietà" e
si lancia all'assalto.
Il silenzio della chiesa, in quel momento, era totale e i fedeli scappano
da tutte le parti.
I frati del monastero, si sa, sono dei bravuomini, calmi, sempre dediti
alla preghiera ed al lavoro nei campi. Ed infatti c'hanno due braccia
così a furia di zappare. E così padre Deciso e padre Guardiano, impugnate
due roncole,
affrontano l'ultrà che nel frattempo si era arrampicato sul presbiterio
urlando "....e Berlusconi-Giannirivera-Canalecinque la mafia rossonera,
e Milan merda...".
L'impatto è dei più violenti; il nostro eroe è bastonato a sangue dai
due sant'uomini.
Ricevuta l'estrema unzione, si salverà, pare, per intercessione di padre
Pio.
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LEZIONE N°8: IL MODELLO PIERO PELU'
La nuova generazione
dei gaggi ha eletto come suo paladino il cantante ex Litfiba.
Il look di quest'ultimo difatti sposa per certo:
1) La voglia di essere "strano" tipica del gaggio;
2) Il fatto di fare testi con risvolto sociale, perché il gaggio ha capito
che la pivella di oggi vuole anche un uomo che parla, oltre che sgommare
con la clio 16V;
3) L'eterno capello lungo, che fa SEMBRARE giovane anche un quarantenne;
4) L'assoluto cattivo gusto nell'accostamento dei colori;
5) Il sembrare "bohemien" (ma questo ad un gaggio non ditelo,
sennò vi parte subito, urlando "là chi deu tiffu su Chiagliari!!");
6) Il fare "canzoni per pivelle" senza essere sdolcinato e poter
così tenere la stessa cassetta nello stereo (da 1200 watt) della Clio
16V anche quando in macchina ci sono gli amici;
7) E' autorizzato a fare rutti in macchina, perché Piero Pelù quando canta,
certe volte, pare che rutti.
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LEZIONE N°9: TECNICA DI DIFESA PERSONALE
Il gaggio vede ogni
sua uscita come una potenziale rissa, visto che praticamente chiunque
vuol rubargli la sguiata e sovrappeso "pivella".
Inoltre, avendo un codice della strada tutto suo, rischia la rissa su
ogni tipo di incrocio, anche se viene da una strada sterrata e si immette
nella SS131.
Il gaggio è imbattuto ed imbattibile per definizione, e se malauguratamente
qualche volta ha ricevuto un livido, l'altro come minimo è entrato in
coma.
Le sue armi sono innanzitutto la testata, il pugno ed il calcio:
1) su corp'e conca: micidiale se dato con la rincorsa o in successione.
Il gaggio ci si allena fin da piccolo nei pungiball delle giostre. Arma
risolutrice di mille risse, è la prima minaccia che il gaggio lancia:
"la chi ti partu de conca"; la prima che il vero gaggio mima
quando racconta agli amici della sua ultima prodezza; la prima che insegna
al figlio ancora in fasce.
2) su cazzottu: detto anche cartone, è il colpo preferito dal gaggio col
cascione (anello d'oro con pietra o comunque sporgenza). I luoghi dove
il gaggio colpisce col cazzotto sono generalmente due: la faccia ("oooh,
là che ti zacco la facciaaa") oppure il petto ("ti zaccu unu
cazzottu a s'pitturra ti n'ci operru una ventana"). Fortissimo il
gaggio che "sfodda" caricando il colpo del "cartone"
con tutta la spalla, come ancora in voga nei pungiball dei lunapark, dove
resiste, per fortuna, la moda di "sdongiarlo", barando, inclinandolo
a 45°.
3) sa punt'e de pei: il gaggio con stivaletto non ci pensa due volte:
un calcio "in mes'a 's callonis" ed ogni incomprensione è subito
chiarita; una "punt'e de pei a mesu schina" ed anche la ragazza
più difficile torna mite come un agnellino. Il calcio è l'arma preferita
nella rissa a media distanza, in cui il gaggio sfodera il calcione in
faccia stile "bruslì", millantando anni di corsi di kung-fu
in realtà mai fatti e presunte cinture nere di "tecondò".
Ma è quando si trova
in difficoltà che il gaggio dà il meglio di sè.
Fingendo di essere trattenuto urla come un forsennato all'avversario,
che sa essere più forte di lui, cose tipo: "Agguantamì o ddu bocciu,
a cussu fill'e bagassa", guardandolo malissimo. In questa maniera
guadagna secondi preziosi per la fuga, che verrà poi rivenduta agli amici
come un'abile ritirata dopo che aveva "partito" i primi 4 o
5 avversari.
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ED
ORA ALCUNE CONSIDERAZIONI SPEDITECI DA JONATHAN
GRASS, CHE PARLANO DEL GAGGIO TIPOLOGIA "BURDO", QUELLO
CHE SI TROVA SPESSO SUGLI AUTOBUS DI LINEA O ALLO STADIO.
LEZIONE N°10: ITTA E' CHI SES CASTIENDI?
Doverosa premessa:
Punto primo:
il gaggio è gaggio...c'è poco da aggiungere! Mai parola fu più azzeccata
per descrivere il tipico personaggio che ha turbato almeno una volta l'adolescenza
di tutti noi. In ogni quartiere, in ogni scuola, a catechismo o sul pullman
(l'1, il 3, per non parlare degli ormai scomparsi 5/12 o 14), dalle medie
in poi, a tutti è capitato un gaggio sulla propria strada e a tutti noi,
chi più chi meno è capitato di "passarci", almeno una volta, facendo la
parte dei Jolloni. Le uniche possibilità di salvezza erano o l'improvviso
arrivo di un genitore, o del controllore sul pullman ( all'arrivo del
quale il gaggio o scendeva dal finestrino o apriva le porte col comando
di sicurezza o ti sgobbava il biglietto) o la fortunata parentela con
qualche amico del gaggio ( in genere un cugino).
L'età del gaggio attaccabrighe (gergalmente "cagagazzu")
va dai 12-13 ai 18-20 anni, dopo egli preferisce, dietro il suggerimento
degli amici, non esporsi in inutili brighe ( il suggerimento più o meno
suona così: "oh
Fisio...lassaddu perdi custu balossu....no ri comprommittasta").
In genere non sono mai soli. Spesso in compagnia di amici altrettanto
gaggi coi quali alternano gli abbordaggi ("oh...a
questo glielo cago io il cazzo" oppure "...toh vai e cagagli il cazzo
che se ti risponde mi metto in mezzo anche io e gli facciamo il trep").
Sebbene la compagnia sia generalmente tutta al maschile, capita che in
mezzo alla cricca ci sia anche qualche pivella la quale non si esime dal
ruolo di "donna del gaggio" e che anzi da a questi la possibilità di argomentare
circa eventuali apprezzamenti sulla medesima ("...la
ghe alla mia pivella no da deppisi nemmancu fragai").
A dire il vero non sono rare né le storie di gagge che si comportano come
i rispettivi pivelli gaggi ("...minca quell'egua
stava svisandosi il mio pivello...se la casso ce la faccio kravare nel
kunno di dove ne è uscita"), né le storie di gagge che istigano
i rispettivi morosi alla violenza gratuita ("...minca
Massi, partilo di testa").
Gli argomenti principe nelle serate tra gaggi sono: risse ( vissute o
tramandate); a chi conosce più gente
marcia, a chi conosce più gente che
è stata a buoncammino, storie di porri, a chi
a visto il panetto di fumo più grande, a chi
ha il pittbull più cattivo, a chi
ha il cascione più grande (utilissimo per buttare giù denti nelle risse),
l'ultima storta fumando, l'ultima storta bevendo, l'ultima storta bevendo
e fumando, ecc...
Punto secondo: Il Jollone non è sempre un
Jollone, nel senso che anche colui che oggettivamente non rientra nella
categorie dei Jolloni, qualche volta è costretto ad immedesimarvisi o
ad apparire tale per scampare la sussa. Il Jollone reale ( the real Jollon!!!)
è quello sempre in ordine, sempre educato, con qualche risparmio nel portafogli,
lo swatch, di buona famiglia. Abituato a mantenere la calma, o almeno
a cercare di mantenerla, nelle situazioni di massimo rischio colpi. Sta'
per piangere...ma non vuole dare la soddisfazione al gaggio. E' quello
che quando sta' per prendere colpi propone al gaggio soldi in cambio dell'immunità,
oppure si slaccia lo swatch e lo offre in cambio della salvezza. E' quello
che si iscrive a Judo o a kick-boxing e che quando il gaggio lo ferma
si mette in guardia convinto di poter applicare gli esercizi provati e
riprovati in cameretta...senza sapere che al gaggio bastano due cartoni
per coricarlo ("minca, brutto il tipo credendosi
vandam....Ascù gli ho dato una doppietta e l'ho sderrigato a terra. La
ghe a bisticciare si impara ini strada"). La situazione più
a rischio nella vita del Jollone sono le visite di leva a Calamosca, alle
quali ovviamente, arriverà accompagnato dalla mamma. Quando il Jollone
è sul pullman, appena vede salire una cricchetta di gaggi ( riconoscibili
dagli zatteroni e dal giubbottino essenza, che ha sostituito il born in
usa e l'energie), scende per prendere quello che passa dopo, sicuro di
essere oggetto di attenzioni della "allegra combriccola".
Il Jollone si giustifica perennemente col gaggio, anche quando ha ragione
o anche quando è estraneo alle vicende. Il suo ruolo lo obbliga ad assecondare
ogni affermazione e a stamparsi sul viso un'espressione indescrivibile!!
Le difficoltà per il Jollone non terminano dopo l'incontro con il gaggio.
Dopo i colpi o gli scampati colpi egli infatti dovrà giustificare coi
genitori un lungo periodo di apatia, nervosismo, e in generale il rifiuto
di ogni rapporto con il mondo esterno. Ciò a causa della paura di uscire
di casa e ri-imbattersi nello sbertirore di quartiere il quale, tuttavia,
si sarà sicuramente dimenticato del Jollone in questione, in quanto poco
fisionomista e oberato dall'intensa attività di attaccabrighe.
Ed ora, dopo questo preambolo...alcuni
esempi pratici:
LEZIONE N° 11: COME CAGARE IL CAZZO:
PHRASEOLOGIA TIPICA
...esempi vissuti, visti o sentiti raccontare...
G = Gaggio:
AG = Amico del Gaggio; J
= Jollone
- G: "itta è ghi ses castiendi?
- J: "no no..scusa, non stavo guardando te"
- G: "ma itta mi ses pighendi po' culu...la
ghi rindi bogu is ogusu. La ghe ti faccio la faccia così"
- G: "cos'è che mi hanno detto? Hai picchiato
a mio fratellino?"
- J: "guarda che deve esserci un errore...io
non lo conosco neanche tuo fratello"
- G: "La ghi no ri deppis permitti"
- G: "oh....oh.....aschò vieni un attimo.
Me la sai dire l'ora?
- J: "mi dispiace, non ho l'orologio"
- G: "minca, meno male ...che altrimenti
te lo avevo già sgobbato" (l'orologio in realtà l'aveva...ma essendo previdente,
vale a dire "essendosela fragata*",
per evitare di farselo sgobbare, lo tiene in tasca per poter mostrare
all'occorrenza il polso libero!!)
*voce del verbo fragarsela
(immaginare, presagire, aver sentore), es: "Mi da
seu fragara e inzà mi 'ndi seu fuiu" (avendo avuto sentore di un
pericolo incombente ho visto bene di fuggire gambe in spalla). Sinonimo:
sgammarsela.
- G: "
oh...ascò...ce lo dai un passaggio a me e al mio amico?"
- J: "non posso, non ho un altro casco e
poi non si può andare in tre"
- G: "eh...infatti tu scendi e ci dai il
motorino"
Il gaggio e l'amico raccontano l'episodio al resto della cricca : "Minca,
l'abbiamo treppato e li abbiamo pure sgobbato lo scarabeo"
( qualche tempo fa sarebbe stato un F10). Gli amici commentano: "
minca mia a tui...sei solo scoppiato".
- G: "scusa...me lo fai vedere un attimo
il telefonino se è uguale al mio"
- J: "si, tieni"
- AG: "..minca, matto questo telefonino,
cosa è uno startac?"
- J: " si, è uno startac 130"
- G: "glielo regali al mio amico, che gli
piace?"
- J: "...non posso, mi dispiace, l'avrei
fatto ma è un regalo di mio babbo"
- G: ".....ceee...oh tanalla. Toh ascò...vai
prima che mi venga il nervoso.....e ringrazia che non ti sgobbo pure il
motorino"
La stessa scena succedeva più o meno nello stesso modo quando andavano
di moda i ray-ban modello tartarugato o pieghevole.
A questo dialogo ho assistito personalmente qualche tempo fa sull'1:
- G: "scusa...te la posso chiedere una cosa?"
- J: " si certo, dimmi pure"
- G: "ma di dove sei..."
- J: "di...******* ( il nome di un quartiere
a caso...tanto non importa ai fini dell'esempio. NDR)"
- G: " ceeee.....di ******!! Asco...e il
mio amico lo conosci, la ghe anche lui è di *******"
- J: "...emh...no, veramente non mi pare
di conoscerlo, mi dispiace"
- G: " ...ma tu è il tuo amico in due lo
picchiate al mio amico?"
- J: "...emh...non credo...e poi non vedo
per quale motivo dovremmo azzuffarci"
- G: " ceeee...oh passivu...ma cosa ti stai,
passando?...La di non farti lo scemino con me, as cumprè?"
- J: "...no no...non mi permetterei mai..."
- G: " cosa è...? "
- J: "...ma dai perchè non ci lasci in pace?...non
ti abbiamo fatto niente"
- G: "itta è ghi è?...non ti ho sentito bene...."
- J: "...dicevo che non ti abbiamo fatto
niente...dai, lasciaci in pace"
- G: "mi di non alzare la voce"
.....ecc. ecc.....poi sono dovuto scendere e mi sono perso la fine di
questa simpatica chiacchierata.
Per concludere questo breve esempio di ordinario gaggiume vorrei raccontarvi
un gustoso aneddoto accaduto qualche tempo fa all'uscita di uno dei licei
cagliaritani.
Un noto sbertidori cagliaritano, chiamiamolo
X, per rispettarne la privacy, era stato mandato all'uscita di scuola
per un "corso di recupero" ad una persona colpevole di uno sgarro verso
non so chi.
X, evidentemente non bene informato dell'identità dell'oggetto delle sue
attenzioni, suonata la campanella, non appena hanno iniziato ad uscire
i primi studenti ha acchiappato uno che vagamente ricordava la persona
per cui era li e, dopo le formalità di rito ( cos'è
che mi hanno detto,...la ghi no ri deppis permitti...ecc),
ha iniziato con il repertorio di cartoni e schiaffoni. Nel frattempo è
sopraggiunto il mandante che, accortosi dello scambio di persona, ha subito
bloccato l'amighisceddu che nel frattempo, però, aveva già lasciato almeno
5 dita sul viso del malcapitato.
X, mortificato per quanto successo ha prontamente espresso il suo rammarico
nei confronti dell'interposta persona con una frase che suonava più o
meno così: "...ceeeeh goppà scusammì...c'è stato
un equivoco. Oh, comunque, tranquillo, non è successo niente eh. Quando
mi vedi salutami, tranquillisceddu, non ci sono problemi. Oh...se hai
bisogno, minca, tranquillo, quando mi vedi ini strada, no ri preoccupisi...vieni
e mi dici oh X la ghi mi anti cagau su cazzu, mi dici chi è stato e risolviamo
tutto. occhei?"
Dal vostro inviato a Gaggiolandia un cordiale saluto.
Jonathan Grass
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